Con questo articolo daremo una definizione del danno morale, vedremo come ottenere una sua quantificazione e i casi di risarcibilità. Il risarcimento del danno morale è un argomento di grande interesse, soprattutto per i soggetti vittima di un sinistro stradale. Per dare una risposta alle tante domande che riceviamo ogni giorno, abbiamo intervistato il Direttore Tecnico dello Studio 3A.

Di seguito le risposte ai nostri quesiti.

Cosa è il danno morale?

“In primo luogo è necessario distinguere il danno morale correlato ad una lesione fisica, dal danno morale da lutto a cui ha diritto uno stretto congiunto a causa della morte di un proprio caro. Entrando nel merito del danno morale a cui ha diritto un soggetto che ha subito una lesione, il danno morale rientra nel novero danni di ordine non patrimoniale e consiste nella sofferenza interiore soggettiva che una persona prova per la circostanza stessa di avere subito una lesione (e pertanto un danno biologico, anch’esso non patrimoniale).

Il riconoscimento del danno morale, oltre che essere previsto dall’art.2059 del codice civile, è stato negli anni, da parte della giurisprudenza della Cassazione svincolato dall’essere strettamente subordinato all’essere stati vittima di un reato, venendo dalla Suprema Corte ritenuto voce di danno risarcibile proprio in rapporto al concretizzarsi di un danno biologico, e a prescindere dal fatto che l’agente che ha commesso l’illecito determinante la lesione, abbia posto in essere una condotta configurabile come reato con relativa condanna penale.”

In sintesi il danno morale rientra nella categoria dei danni di natura non patrimoniale, quindi risarcibile a prescindere dalle ripercussioni sulla capacità di produrre reddito del danneggiato e non è necessario aver subito un reato per aver diritto al risarcimento.

 

Come si prova il danno morale?

“Il danno morale sotteso all’avere subito una lesione, soprattutto se trattasi di danno biologico superiore ai 2/3 punti, non necessita di particolari dimostrazioni ovvero oneri probatori, atteso che è strettamente parte del danno non patrimoniale nel suo insieme, e pertanto qualora il medico legale accerti la sussistenza di un danno biologico, il danno morale è da ritenersi sussistente.”

Quando la lesione fisica subita è quindi superiore ai 2/3 punti di invalidità permanente, il danno morale è sempre riconosciuto.

Una recente sentenza della Cassazione, la n.13992 del 2018 ha ribadito che possono essere comunque riconosciute e risarcite molteplici voci di danno non patrimoniale, ma queste devono essere provate nella loro specificità ed allegate, per dar modo al giudice di valutare ogni singolo pregiudizio derivante dall’evento dannoso (compresa l’incidenza dell’atto lesivo su aspetti particolari e peculiari inerenti la personalità del soggetto danneggiato).

 

Come calcolare il risarcimento del danno morale?

“In via generale è doveroso evidenziare che il riconoscimento del danno morale come sopra descritto, veniva risarcito fino al 2008, in forza delle indicazioni che la Cassazione aveva dato nei primi anni duemila, e a cui si adeguarono i codici, per importi che andavano da un quarto ad un mezzo del valore economico della lesione subita e a seconda dei casi.

Successivamente ha visto una profonda trasformazione in materia di risarcibilità con le Sentenze di San Martino della Suprema Corte proprio del 2008, dove venne stabilito un assorbimento del danno morale all’interno del valore del punto del danno biologico come quantificato dalle Tabelle del Tribunale di Milano, naturalmente con previsione di un aumento automatico del valore economico del punto biologico stesso, oltre che la possibilità di aumentare il risultato che ne deriva, per una percentuale diversa in ogni singolo caso che tiene in considerazione le condizioni peculiari del singolo danneggiato, ovvero la cosiddetta ” personalizzazione del danno”, quale forma di riconoscimento ulteriore di quello che prima del 2008 veniva chiamato danno esistenziale.”

Il risarcimento del danno morale quindi è una percentuale prefissata contenuta all’interno del danno biologico, tuttavia tale percentuale può variare a seconda del singolo caso, tramite la personalizzazione del danno non patrimoniale, la quale viene disposta dal giudice qualora riscontri peculiarità nel caso specifico.

 

Come chiedere il risarcimento del danno morale?

“Il danno morale all’attualità, essendo stato assorbito tramite automatismi tabellari dal valore del punto del danno biologico, salvo casi eccezionali e di particolare gravità per i quali la Cassazione non è ancora del tutto chiara nel ritenerlo oppure no comunque valorizzabile oltre il danno biologico, non viene più richiesto, bensì viene in forma indiretta valorizzato nel contesto dell’aumento del valore economico di tutto il danno non patrimoniale nel suo complesso, sia biologico che morale appunto, tramite la personalizzazione come previsto dalle storiche sentenze del 2008 della Corte di Cassazione, che spesso porta ad un considerevole aumento della entità economica del risarcimento finale e complessivo.”

Essendo, come detto, il danno morale assorbito nel valore del danno biologico, non è più necessario richiedere un risarcimento a parte, salvo casi di particolare gravità, quando le conseguenze dell’illecito superano quelle considerate “ordinarie”, ossia quando le peculiarità del caso concreto (come la sofferenza soggettiva interiore) comportano specifiche ed irripetibili esperienze di vita individuale, diverse e peggiori da quelle che qualunque altro soggetto soffrirebbe ordinariamente con le medesime lesioni (sentenza della Cassazione n.21939 del 2017) .

 

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Come trattano le assicurazioni il danno morale?

“Le Compagnie di assicurazione, pure avendo in alcuni casi un approccio molto professionale e corretto nel riconoscere il danno morale, come detto all’attualità valorizzato impropriamente nel contesto della personalizzazione, spesso trascurano le reali condizioni del danneggiato sotto il profilo della sua sofferenza interiore che discende dalla lesione, approcciando con dozzinale e superficiale metodo di liquidazione alla quantificazione complessiva del danno, quasi procedendo ad aumenti in percentuali automatici, che non rilevano le reali condizioni della persona.”

Per questo motivo è molto importante farsi assistere da un professionista esperto in materia per ottenere il giusto risarcimento di tutti i danni riportati nel sinistro.

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