Per tamponamento si intende un urto tra la parte anteriore di un veicolo e quella posteriore del mezzo che gli sta davanti.

Si tratta di una delle dinamiche di incidente stradale più frequenti, le cui cause si devono solitamente a distrazione, al non rispetto della distanza di sicurezza e all’eccessiva velocità.

I danni di un tamponamento possono essere più o meno gravi a seconda della tipologia dei veicoli coinvolti e della velocità con la quale avviene l’urto.

In questo articolo vedremo come comportarsi quando si rimane vittima di un tamponamento e cosa fare per ottenere un giusto e rapido risarcimento per i danni materiali e fisici riportati nel sinistro.

Come comportarsi se si viene tamponati

Come per qualsiasi sinistro stradale, la prima cosa da fare dopo un incidente è accertarsi che non ci siano feriti. Ricordiamo che l’omissione di soccorso è un reato punibile con la reclusione fino a tre anni.

Qualora fossimo noi i feriti è importante recarsi al pronto soccorso il prima possibile per effettuare i primi controlli e per farci consegnare il certificato medico indicante i danni fisici riportati nello scontro, lo stato di salute generale e una previsione sull’andamento clinico della patologia (quanto paga l’assicurazione per ogni giorno di prognosi?).

Considerato che chi tampona il veicolo che gli sta davanti è generalmente sempre l’unico responsabile nella dinamica del sinistro, secondo quanto stabilito dagli articoli 141 e 149 del Codice della Strada, per velocizzare la pratica di risarcimento è molto importante compilare il modulo di constatazione amichevole da allegare alla denuncia di incidente, che andrà inviata alla compagnia assicurativa il prima possibile.

La corretta compilazione del modulo CAI, controfirmato da entrambi i conducenti coinvolti, produce di fatto degli evidenti vantaggi nello sbrigamento della pratica di risarcimento.

Infatti, quando il modulo blu viene firmato congiuntamente da i due conducenti protagonisti del sinistro si applica la procedura dell’indennizzo diretto; la quale prevede, tra gli altri benefici, dei periodi di tempo massimi entro i quali la compagnia è obbligata a formulare al danneggiato un’offerta di risarcimento (che si riducono a soli 30 giorni in caso di soli danni materiali ai veicoli).

Oltre ai dati identificativi ed assicurativi dei conducenti e dei veicoli coinvolti nel sinistro, all’interno della constatazione amichevole è necessario specificare la dinamica del sinistro, sia tramite l’indicazione delle circostanze dell’incidente (opzione 8: tamponava procedendo nello stesso senso e nella stessa fila) che troviamo nella colonna centrale del modulo, sia tramite il disegno del grafico dell’incidente e delle tracce dei punti d’urto iniziali dei veicoli, presenti nella parte inferiore del foglio.

Nei fogli successivi invece è importante indicare i dati identificativi degli eventuali testimoni presenti, segnalare se e quale Autorità è intervenuta sul luogo del sinistro e, in presenza di danni fisici, i nomi delle persone rimaste ferite nell’urto e l’indicazione dell’eventuale pronto soccorso nel quale sono state trasportate.

Consigliamo sempre di fare delle fotografie dei veicoli coinvolti facendo in modo di rendere chiara la posizione degli stessi sulla strada e i danni riportati da entrambi. Se fossero inoltre presenti sul manto stradale dei segni di frenata, potrebbe essere importante fotografare anche questi, per dimostrare l’eccessiva velocità della controparte o la sua mancata adozione della distanza di sicurezza.

 

Danni fisici da tamponamento e il colpo di frusta

Uno dei danni fisici più frequenti in caso di tamponamento è il cosiddetto colpo di frusta.

Il brusco movimento del collo e della testa, in occasione dell’urto violento subito da un veicolo, può provocare un evento traumatico al rachide cervicale, che comprende le prime sette vertebre della colonna, dalla C1 (chiamata Atlante) alla C7 (vertebra prominente).

Il colpo di frusta generalmente provoca uno stiramento o una lesione dei muscoli e dei legamenti del collo in base alla gravità della lussazione o della distorsione cervicale subita e negli urti più violenti può comportare anche lesioni più gravi come le fratture.

Altre tipologie di lesioni che possono verificarsi in occasione di un tamponamento automobilistico sono quelle che riguardano la schiena (come le fratture vertebrali e le ernie discali), il viso (tagli, lividi ed abrasioni) e gli arti superiori come mani, polsi, dita e braccia, a causa dell’urto con il volante, il cruscotto o il parabrezza del veicolo.

Anche la cintura di sicurezza, a seconda dell’entità della collisione, può provocare dei danni fisici come contusioni, fratture ossee e lesioni viscerali.

Mentre per quanto riguarda le lesioni di lieve e grave entità suscettibili di accertamenti clinico strumentali è più facile ottenere un indennizzo dall’assicurazione, per il risarcimento danni da colpo di frusta la questione può essere più complicata.

Infatti non sempre i danni micropermanenti sono rilevabili dagli strumenti diagnostici come tac, radiografie ed ecografie.

Qualora non fosse possibile accertare una lesione tramite esami strumentali, per ottenere un risarcimento è necessario un accertamento medico legale, con il quale lo specialista ritenga la sintomatologia sofferta dal danneggiato veritiera ad accerti la presenza della lesione.

 

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Risarcimento danni da tamponamento

Una volta inviata la denuncia di incidente e la richiesta di risarcimento danni alla nostra compagnia di assicurazioni o a quella della controparte, a seconda che si stia utilizzando la procedura di indennizzo diretto oppure quella tradizionale, entro 10 giorni deve essere predisposta dall’assicuratore una perizia del veicolo.

Il perito incaricato dall’assicurazione ha il compito di ricostruire la dinamica del sinistro e le responsabilità dei soggetti coinvolti nel sinistro e di constatare e valutare in termini monetari i danni riportati dai veicoli.

In questo caso può essere utile presentare al perito un preventivo di spesa di un’officina per le riparazioni da effettuare e per i pezzi di ricambio eventualmente da sostituire.

Se le persone coinvolte del sinistro avessero riportato anche dei danni fisici, la compagnia chiederà ai soggetti danneggiati di sottoporsi ad una visita medico legale presso un professionista incaricato dall’assicurazione per la valutazione dell’entità delle lesioni riportate e del loro legame con l’incidente denunciato.

Per il risarcimento dei danni fisici da incidente stradale e dei danni patrimoniali è importante conservare tutti i documenti e i certificati medici inerenti le lesioni subite, le prescrizioni e gli scontrini dei medicinali, gli interventi, le analisi e gli esami strumentali effettuati, i piani di riabilitazione e fisioterapici, ecc.

Un altro documento che può esserci molto utile per ottenere un giusto risarcimento è la perizia medico legale di parte, da poter contrapporre successivamente a quella effettuata dal medico incaricato dalla compagnia assicurativa, qualora ci fossero delle differenze di valutazione.

Ricordiamo che la compagnia, una volta ricevuta la richiesta di risarcimento ed ottenuto tutti i documenti richiesti, è tenuta a presentare un’offerta di risarcimento o una motivazione per la quale ritiene di non effettuarla entro:

  • 60 giorni per danni alle cose (che si riducono a 30 in presenza di modello CAI firmato da entrambi i conducenti coinvolti);
  • 90 giorni per danni da lesioni fisiche o in caso di morte.

 

Tamponamento a catena e concorso di colpa

Come abbiamo visto, la responsabilità in caso di tamponamento tra veicoli è quasi sempre del veicolo che tampona, per non aver mantenuto un’adeguata distanza di sicurezza che gli avrebbe consentito di evitare la collisione.

Ricordiamo che la distanza di sicurezza da mantenere rispetto ai veicoli che ci precedono deve essere calcolata tenendo in considerazione non solo la velocità di movimento, ma anche le caratteristiche del proprio mezzo e del manto stradale e le condizioni atmosferiche.

Negli incidenti a catena tutti i veicoli in movimento coinvolti, ad esclusione del primo, sono responsabili del sinistro in egual misura, secondo quanto stabilito dall’articolo 2054 del codice civile, il quale prevede che in caso di scontro tra veicoli è sempre presunta, salvo prova contraria, una responsabilità paritaria per ciascuno dei conducenti.

Nella dinamica del tamponamento a catena quindi, ogni veicolo è responsabile dei danni provocati al mezzo che lo precede, per non aver osservato un’adeguata distanza di sicurezza (Cassazione sentenza n.4021 del 2013).

Quando invece l’incidente a catena si origina su una colonna di veicoli fermi, la nostra giurisprudenza ritiene che la responsabilità vada addebitata interamente al conducente dell’ultimo veicolo, che con la sua collisione ha provocato tutti i successivi tamponamenti (Cassazione sentenze n.8646 del 2003 e 18234 del 2008).

Per liberarsi dalla responsabilità totale di un tamponamento si deve dimostrare di aver fatto di tutto per evitare la collisione e che questa non sia dipesa dall’inosservanza della distanza sicurezza o dall’eccessiva velocità, ma da un comportamento abnorme del conducente del veicolo tamponato oppure, ad esempio, dalla presenza di una chiazza di gasolio presente sull’asfalto (Cassazione sentenza n.7804 del 2010).

In questi casi, come anche quando ad esempio le luci di stop del veicolo tamponato risultassero non funzionati al momento dell’impatto, è possibile ottenere un concorso di colpa tra le parti coinvolte, con percentuali di responsabilità variabili a seconda delle infrazioni commesse e della dinamica del sinistro.

Pure il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza può far scattare un concorso di colpa e relativa riduzione del risarcimento danni, qualora le lesioni riportate dal danneggiato siano in qualche modo collegabili anche ad un suo comportamento colpevole, come appunto il non uso dei suddetti dispositivi di sicurezza.

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