Per stragiudiziale si intende, nel linguaggio forense, quell’attività che si svolge al di fuori del giudizio, esterna al processo, ossia senza l’intervento di un giudice.

Questa fase, al contrario di quella giudiziale, che si svolge invece in tribunale, è meno macchinosa, più veloce e non sempre è necessario un avvocato per essere attuata.

In questo articolo vedremo i vantaggi e l’importanza della procedura stragiudiziale nelle pratiche di risarcimento da incidente stradale e quando invece conviene andare in tribunale davanti ad un giudice per far valere i propri diritti.

La procedura stragiudiziale negli incidenti stradali

Come accennato, si parla di procedura, attività o fase stragiudiziale quando le parti si confrontano privatamente, senza ricorrere in giudizio, per mettersi d’accordo e definire le responsabilità del sinistro e l’ammontare dell’eventuale risarcimento danni.

In questa fase, soprattutto in presenza di danni consistenti o quando la dinamica del sinistro non è chiara, è molto importante affidarsi ad un professionista esperto in materia di incidenti stradali (avvocato o agenzia di infortunistica stradale: cosa conviene?).

Il consulente legale durante la fase stragiudiziale analizza tutti i documenti in possesso del danneggiato (constatazione amichevole, verbale delle autorità intervenute, prove fotografiche, certificati medici, perizie medico legali di parte, ecc.) per determinare innanzitutto le responsabilità dell’incidente.

Accertata la ragione del danneggiato e quantificato, generalmente per eccesso, tutti i danni patiti dal proprio assistito, il legale procederà nel redigere e inoltrare la richiesta di risarcimento per sinistro stradale alla compagnia di assicurazioni.

Inviata la richiesta, l’assicurazione ha dei termini di tempo prestabiliti entro i quali è tenuta a formulare un’offerta di risarcimento oppure a comunicare i motivi per cui ritiene di non dover fare alcuna proposta (tempi del risarcimento assicurativo per incidente stradale).

Qualora l’offerta dell’assicurazione risultasse congrua, una volta accettata dal danneggiato, la compagnia ha 15 giorni di tempo per effettuare il pagamento.

In caso invece di un risarcimento dell’assicurazione troppo basso, oppure di un rifiuto nel formulare un’offerta per contestazioni sulla dinamica dell’incidente, sarà necessario ricorrere in giudizio in tribunale.

Ma prima di procedere con la domanda giudiziale, il legale deve invitare la controparte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita, così come stabilito dall’articolo 3 del D.L. 132/2014, convertito nella Legge n.162/2014.

 

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La negoziazione assistita obbligatoria

Definita dall’art. 1 del D.L 132/2014, la convenzione di negoziazione assistita è un accordo con il quale le parti decidono di cooperare con lealtà e buona fede per risolvere la controversia in via amichevole con l’assistenza di avvocati.

Il procedimento inizia con un invito, redatto per iscritto dal legale e indirizzato alla controparte, a instaurare una convenzione di negoziazione assistita.

La controparte ha trenta giorni di tempo dalla ricezione per rispondere all’invito con un’adesione o un rifiuto.

Se non si riceva una risposta entro trenta giorni, oppure viene rifiutato l’invito, la domanda giudiziale deve essere proposta entro trenta giorni.

Quando invece tale invito viene accettato, le parti devono definire l’oggetto della controversia e un termine massimo per il completamento della procedura (da uno fino a tre mesi, prorogabile in accordo tra le parti per altri 30 giorni).

Raggiunto un accordo bisognerà certificarlo tramite una scrittura privata, sottoscritta dalle parti e dai loro avvocati, la quale costituirà titolo esecutivo, risolvendo definitivamente la vicenda.

In caso contrario sarà necessario attestare l’esito negativo delle trattative tramite un verbale per poi procedere in giudizio.

Ricordiamo infatti che la negoziazione assistita, per le controversie avente ad oggetto il risarcimento da incidente stradale, è condizione di procedibilità della domanda giudiziale, ossia senza l’esperimento di tale procedimento non è possibile agire in giudizio davanti ad un giudice.

 

Fase stragiudiziale e giudiziale: differenze e vantaggi

La procedura stragiudiziale in una pratica di risarcimento, come abbiamo visto, è quella fase della trattativa, per così dire bonaria, che si instaura con la compagnia di assicurazione o con il responsabile civile, per definire il quantum della liquidazione del danno.

La fase giudiziale, invece, è quella in cui per ottenere quanto di diritto si procede con una citazione in causa.

La differenza e, di riflesso, il vantaggio della fase stragiudiziale sta soprattutto nei tempi e nei costi: sono infatti ben note le lungaggini da cui è afflitto il nostro sistema giudiziario, i processi si strascinano per anni, rappresentano un’incognita e comportano spese legali, di consulenza tecnica, eccetera.

Per questo motivo la nostra società profonde ogni sforzo per chiudere le pratiche stragiudizialmente, e ci riesce per oltre l’80 per cento dei casi: questo anche per evitare ai propri assistiti l’ulteriore stress rappresentato da udienze in tribunale, testimonianze che spesso costringono a rivivere dei drammi, memorie e quant’altro.

Una scelta che adottiamo spesso anche quando l’autorità giudiziaria ha aperto per proprio conto un procedimento penale; di norma noi otteniamo il risarcimento in via stragiudiziale o in sede civile per i nostri clienti, mesi se non anni prima che il processo penale arrivi a sentenza.

 

Cosa fare durante la fase stragiudiziale?

Bisogna innanzitutto essere preparati, sicuri e autorevoli nel confronto con le compagnie assicurative o con i responsabili civili, enti pubblici compresi, nel caso di responsabilità della pubblica amministrazione, si pensi ad esempio ai non pochi incidenti cagionati dalla mancata manutenzione delle strade.

I nostri esperti sono in grado di valorizzare ogni profilo di danno subito dai nostri assistiti (fisico, morale, esistenziale, patrimoniale, ecc.) e di rivendicarne quindi la congrua liquidazione.

In questa fase è molto importante verificare e valutare ogni responsabilità che emerga dal fatto lesivo, perché non è infrequente che, analizzando nel dettaglio le dinamiche di un sinistro, risultino elementi inizialmente sottovalutati dalle stesse autorità, ma che alla fine si rivelano determinanti.

Laddove siano incardinati procedimenti penali (come ad esempio in caso di lesioni ed omicidi stradali), è necessario monitorarle da vicino, acquisire tutta la documentazione appena sia possibile estrapolarla, e farla valere immediatamente nei confronti dei liquidatori delle compagnie, per definire il prima possibile l’entità del risarcimento.

Nelle pratiche di risarcimento è vitale pretendere sempre il rispetto dei tempi stabiliti dalla legge, perché non tutti (anzi in pochi) sanno che le imprese di assicurazione devono rispettare determinate scadenze per far pervenire la propria offerta al danneggiato, altrimenti è possibile procedere con dei reclami all’autorità di vigilanza.

 

Quando conviene andare in giudizio in tribunale?

In giudizio occorre andare quando ogni tentativo di risolvere in via stragiudiziale la controversia risulta vano e la compagnia oppone un rifiuto fermo e inderogabile.

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta solo di pretesti per non pagare, di cavilli a cui le imprese si aggrappano per mero interesse e con il semplice scopo di allungare i tempi e di scoraggiare gli assicurati.

In tal senso assistiamo tante, troppe volte a palesi ingiustizie sulla pelle dei nostri assistiti. In questo caso, dunque, conviene andare in giudizio perché, pur sapendo che sarà un iter lungo e tortuoso, siamo anche consapevoli della correttezza delle nostre istanze.

Noi però continuano a supportare anche durante la causa i nostri clienti, collaboriamo direttamente con i legali che li rappresentano, mettiamo loro a disposizione tutti i consulenti di parte necessari facendoci interamente carico delle spese, e soprattutto continuiamo a fare pressione sulle compagnie di assicurazione, che non di rado, di fronte a perizie che le “inchiodano”, decidono di pervenire a più miti risoluzioni e di abbandonare anticipatamente la causa liquidando il dovuto risarcimento.

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