Il cliente ha sempre la facoltà di revocare il mandato al proprio avvocato e di sceglierne un altro, in qualsiasi momento e senza necessariamente fornire una motivazione.

Secondo l’articolo 11 del Codice deontologico forense il rapporto che si instaura tra l’avvocato e il soggetto assistito è basato sulla fiducia reciproca.

Qualora questa fiducia venisse a mancare per qualsiasi motivo, ad esempio se non si è soddisfatti dell’operato del legale o non ci si senta abbastanza seguiti, il cliente potrà in qualunque momento revocare il mandato all’avvocato e a pretendere la restituzione di tutti gli atti e i documenti in suo possesso.

Il cliente ha comunque l’obbligo di corrispondere al legale l’onorario per le prestazioni effettuate fino a quel momento.

Forma e modalità della lettera per la revoca del mandato: il fac simile

Il mandato è un contratto con il quale una parte, detta mandatario, in questo caso l’avvocato, si assume l’obbligazione di compiere uno o più atti giuridici per conto di un’altra parte, detta mandante, in questo caso il cliente.

Il cliente per conferire l’incarico di mandato sottoscrive la procura alle liti per i procedimenti civili o la nomina dell’avvocato per i procedimenti penali.

Tali sottoscrizioni dimostrano la chiara volontà del cliente di affidarsi alle prestazioni del legale.

Tuttavia, come accennato in precedenza, il cliente ha la facoltà di revocare il mandato al proprio avvocato qualora venisse meno il rapporto di fiducia reciproca (come in caso di insoddisfazione sull’operato del legale nella gestione di un risarcimento danni da incidente stradale, ad esempio per importo dell’indennizzo assicurativo troppo basso o per tempi della pratica troppo lunghi).

Non è obbligatoria la forma scritta e non sono richieste forme particolari, tuttavia per avere una prova di tale revoca è comunque raccomandabile consegnare al legale una lettera, a mano oppure tramite posta raccomandata con ricevuta di ritorno o posta elettronica certificata.

Può essere utile conservare anche una copia firmata per ricevuta dell’avvocato per dimostrare l’avvenuta consegna del modello di revoca, qualora la stessa avvenga di persona.

Ricordiamo che secondo la legge non è necessario fornire spiegazioni sul perché di tale decisione ma è comunque possibile inserirle all’interno della lettera di revoca che verrà consegnata al legale.

Non sono previsti nemmeno dei tempi di preavviso, il cliente può liberamente scegliere di farsi assistere da un altro avvocato e a revocare l’incarico professionale in qualsiasi momento, senza esser tenuto a pagare alcun risarcimento o penale.

Di seguito il link per scaricare il fac simile della lettera per la revoca dell’incarico professionale, nella quale sarà necessario inserire gli eventuali dati della causa civile o del processo penale e la data del conferimento dell’incarico.

 

Obblighi del difensore e la restituzione dei documenti dopo la revoca del mandato

Ricevuta la lettera di revoca del mandato, l’avvocato è obbligato a restituire tutta la documentazione relativa all’incarico e a trasmettere immediatamente tutte le eventuali future comunicazioni.

Il legale è obbligato anche a comunicare al cliente una sintesi sullo stato della pratica e tutte le informazioni indispensabili al nuovo avvocato per assolvere al meglio all’incarico (indicazioni del giudice, il numero di ruolo della causa, la data delle udienze, ecc.).

Il professionista a cui è stato revocato il mandato dovrà quindi collaborare con l’eventuale nuovo avvocato incaricato e fornirgli tutte le documentazioni e le informazioni utili riguardo la causa in corso.

Secondo quanto stabilito dall’articolo 33 del Codice deontologico forense infatti, l’avvocato, quando richiesto, è tenuto a restituire senza ritardo i documenti e gli atti ricevuti dal cliente e a consegnare anche tutti quelli proveniente da terzi, inerenti l’oggetto dell’incarico e l’esecuzione dello stesso, sia in sede stragiudiziale che giudiziale.

L’avvocato che pone come condizione per la restituzione della documentazione il pagamento della parcella, commette un illecito, sanzionabile con l’applicazione della censura ad opera dell’ordine degli avvocati.

L’avvocato a cui è stato revocato il mandato può comunque conservarsi una copia di tali atti, anche senza richiedere l’autorizzazione al cliente.

 

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Gli obblighi e gli effetti per il cliente a seguito della revoca dell’incarico professionale

Il cliente che revoca il mandato al proprio avvocato ha comunque l’obbligo di pagare tutti gli onorari maturati.

Come disposto dall’articolo 2237 del Codice civile, il cliente può recedere dal contratto ma deve rimborsare al prestatore d’opera tutte le spese sostenute e pagare il compenso per l’opera svolta fino a quel momento.

Come detto, si tratta di un recesso “ad nutum” e cioè esercitabile in qualsiasi momento e senza la necessità di dare alcuna giustificazione.

Con l’articolo 25 del Decreto Ministeriale n.55 del 2014 si è stabilito che per le attività svolte da un avvocato negli incarichi iniziati ma non terminati, vanno saldati tutti i compensi maturati fino alla cessazione del rapporto professionale, per qualsiasi motivo esso sia avvenuto.

La parcella sarà pari al compenso accordato tra le parti e stabilito per iscritto al momento del conferimento dell’incarico professionale, più il rimborso delle spese, degli oneri e dei contributi sostenuti o anticipati nell’interesse del cliente.

A questo importo va aggiunto anche un ammontare per il rimborso delle spese forfettarie pari al 15% del compenso totale per la prestazione e anche un rimborso delle eventuali spese per trasferta.

Qualora non ci fosse un accordo sulla determinazione consensuale del compenso, per il calcolo della parcella verranno applicati i parametri Forensi stabiliti per legge dal D.M. 55/2014.

Revocare quindi il mandato al proprio avvocato non consente di evitare il pagamento della parcella, in caso di contestazioni sugli importi dell’onorario sarà necessario aprire un apposito procedimento.

Si consiglia quindi, considerate anche le spese che si dovranno sostenere, di sentire anche il parere di un altro legale prima di procedere con la revoca, in modo da prendere una decisione in maniera più consapevole.

Ricordiamo che, come previsto dal Codice deontologico, l’avvocato ha l’obbligo di specificare al cliente, sin dal primo appuntamento, tutte le attività che andranno svolte, alternative comprese, la loro durata prevista, la complessità dell’incarico a lui conferitogli e anche il costo prevedibile dell’intera prestazione.

Ovviamente il legale non può prevedere con esattezza l’esito di una causa, infatti purtroppo non sempre vince chi ha ragione.

Tuttavia come stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione, nella sentenza n.4781 del 2013, l’avvocato ha diritto a ricevere un compenso dal cliente solo se gli assicura una possibilità di vittoria; qualora l’attività svolta dal legale risultasse del tutto inutile ed infruttuosa ai fini della causa, lo stesso non avrebbe diritto ad un compenso.

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