In caso di incidente stradale il più delle volte il danneggiato evita di affidarsi ad un avvocato per le pratiche di risarcimento, perché “spaventato” dalle spese legali da sostenere. Anche quando la responsabilità della controparte è certa, alcuni preferiscono richiedere il risarcimento autonomamente ed accettare l’offerta dell’assicurazione.

Cerchiamo di capire insieme se queste spese legali sono effettivamente a nostro carico o se invece debbano essere rimborsate dall’assicurazione.

Le spese legali affrontate durante la fase stragiudiziale (quando la vertenza non è stata portata davanti ad un giudice) costituiscono un danno patrimoniale consequenziale dell’illecito, secondo il principio della regolarità causale (art. 1223 c.c.) e il danneggiato ha diritto di ottenere il rimborso delle relative spese.

Detto questo, sembra non ci siano dubbi sul fatto che le spese legali debbano essere rimborsate anche se non si va in causa.

Il risarcimento delle spese stragiudiziali in caso di indennizzo diretto

Tuttavia nel D.P.R. n. 254/ 2006 che disciplina l’indennizzo diretto, all’articolo 9 comma 2, si legge che “nel caso in cui la somma offerta dall’impresa di assicurazione sia accettata dal danneggiato, sugli importi corrisposti non sono dovuti compensi per la consulenza o assistenza professionale di cui si sia avvalso il danneggiato diversa da quella medico-legale per i danni alla persona”.

Leggendo questo articolo sembrerebbe che in caso di indennizzo diretto gli onorari dell’avvocato siano a nostro carico e che verranno rimborsate esclusivamente le spese della perizia medico legale.

Tuttavia la giurisprudenza, attraverso le sentenze dei tribunali ed uffici del giudice di pace italiani, afferma esattamente il contrario.

Le sentenze infatti hanno ribadito il concetto che il danneggiato ha il diritto di farsi assistere da un legale o da studi tecnici esperti in incidentistica stradale anche nella fase stragiudiziale e di ottenere il rimborso delle relative spese legali anche nel caso in cui abbia fatto ricorso alla procedura di indennizzo diretto.

 

Il diritto di difesa del danneggiato

A conferma di ciò, nella Sentenza 11606 del 2005, la Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che “l’istituto assicuratore non solo è economicamente più forte ma anche tecnicamente organizzato e professionalmente attrezzato per affrontare tutte le problematiche in materia di risarcimento del danno da circolazione stradale, attesa la complessità e molteplicità dei principi regolatori della materia.”

La giurisprudenza quindi (giustamente!) considera impari il rapporto tra assicurazione e danneggiato, in quanto quest’ultimo assume senza dubbio la veste di parte debole, perché in condizione di svantaggio sia per quanto riguarda l’aspetto economico sia perché meno attrezzato tecnicamente. Nella stessa sentenza, infatti, viene ribadito che il danneggiato ha diritto, in ragione del suo diritto di difesa, costituzionalmente garantito, di farsi assistere da un legale di fiducia e, in ipotesi di composizione bonaria della vertenza, ad ottenere il rimborso delle relative spese legali.

Per questo motivo, per molti avvocati e giudici di pace, la procedura di risarcimento diretto viene considerata incostituzionale per la violazione del principio di eguaglianza e del diritto di difesa (articolo 3, 24 e 32 della Costituzione).

Il danneggiato infatti, osserva il Giudice di Pace di Cagliari, in un’ordinanza del febbraio 2008, quando non è assistito da un legale si trova a dover sottostare alle condizioni risarcitorie imposte dalla propria compagnia che gode di una posizione prevalente, accontentandosi di quanto viene offerto dai liquidatori, i quali hanno come loro primo obiettivo di rispettare le esigenze di bilancio delle assicurazioni dove prestano servizio.

In conclusione, nonostante il decreto, la giurisprudenza afferma che il danneggiato ha diritto ad ottenere il rimborso delle spese di assistenza stragiudiziale anche in caso di indennizzo diretto.

Finora abbiamo analizzato la fase stragiudiziale, ma se non si arriva ad un accordo (composizione bonaria della vertenza)e si decide di andare davanti al giudice?

Si passerà alla cosidetta fase giudiziale in tribunale, nella quale sarà compito del Giudice stabilire l’importo che la compagnia assicuratrice dovrà risarcire al danneggiato compreso le spese di assistenza legale.

 

Sentenze, decreti e parole…Vogliamo stare tranquilli al 100% riguardo le spese ?

Accordiamoci con l’avvocato sul compenso. Ad esempio, possiamo chiedere di metterci per iscritto che il compenso sarà unicamente quello risarcito dall’assicurazione in fase di trattativa a titolo di spese legali.

Ricordiamoci quindi che farci difendere da un avvocato è un nostro diritto previsto dalla Costituzione.

In caso di incidente stradale è raccomandabile rivolgersi ad un professionista poiché le pratiche di risarcimento possono essere complesse e riguardare aspetti che l’assicurato può non conoscere. Per ottenere un giusto risarcimento consigliamo di far gestire la pratica ad un esperto in infortunistica stradale. Assicurazioni Alessandria ha da poco instaurato una partnership con Studio 3A per aiutare l’utente ad ottenere l’assistenza di cui necessita per assicurarsi il risarcimento che gli spetta.

 

Il parere dell’esperto

Abbiamo chiesto un parere all’avvocato Cristiano Angioy Viglio, dello studio legale Viglio Wolf di Varese, esperto in infortunistica stradale.

Il consiglio dell’avvocato:

“Affidarsi ad un legale è preferibile ed in molti casi indispensabile per diverse ragioni:

  • un avvocato, pur essendo una figura non imparziale (in quanto mira a perseguire l’interesse del suo cliente) si trova sicuramente in una posizione di maggior distacco psicologico e questo gli permette di valutare al meglio quali sono gli aspetti che possono essere veramente importanti e quali quelli che, al fine della gestione del sinistro, potrebbero rivelarsi irrilevanti o addirittura controproducenti.
  • un avvocato, grazie alla propria preparazione ed all’esperienza maturata in casi analoghi, è il soggetto che meglio può interfacciarsi con le compagnie assicurative ed i liquidatori: la conoscenza del settore gli permette non solo di adottare le migliori strategie ed i migliori interventi nell’interesse del proprio assistito ma altresì di valutare con sicurezza se e quando l’offerta formulata rispecchia veramente l’entità del danno subito.
    Per valutare l’entità di un danno bisogna infatti sapersi interfacciare con una serie di parametri e conoscenze di cui il cittadino è normalmente sfornito: saper interpretare e quantificare una perizia medico-legale, raffrontarla con le tabelle aggiornate in uso nei Tribunali, concatenare le varie manifestazioni di un danno, valutare l’opportunità o meno di agire giudizialmente.

Inoltre un altro aspetto da non sottovalutare è il seguente: i compensi liquidati dalla compagnia assicuratrice al legale sono parametrati all’entità del danno liquidato al suo assistito; maggiore sarà il risarcimento ottenuto dal cliente, maggiore sarà il compenso corrisposto dall’assicurazione al legale.

Pertanto, se non per professionalità ed attitudine al rispetto dei propri doveri deontologici (elementi che chi scrive si augura siano sempre radicati in chi svolge la professione forense), il cliente può stare comunque certo che il suo avvocato sarà sempre motivato ad ottenere per lui il miglior risarcimento possibile.”

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